sabato 14 dicembre 2013

Un Prodotto dell'Eccellenza Italiana

E' da anni presidiato da Slow Food perché è un prodotto importantissimo,che andava scomparendo,e a causa delle oggettive difficoltà di produzione, e a causa dei pochissimi che oramai si dedicavano alla sua stagionatura , lunga e difficile, è ancora oggi rarissimo da trovare e solo in loco, da pochi appassionati produttori.
Sto parlando di un salume, per me tra i più buoni.
E' anche il più antico prodotto nella bassa Parmense, se ne hanno riscontri fino dal 1170.


LA  SPALLA  CRUDA 
DI PALASONE




E' un salume che richiede grande maestria nella lavorazione,e una lunga stagionatura , almeno 18 mesi,che deve avvenire nelle vecchie e buie cantine disseminate nelle campagne della bassa, tra Sissa, Roccabianca, Zibello e San Secondo, dove il microclima unico ne consente una perfetta stagionatura.
Palasone è appunto una minuscola frazione di Sissa.

Si ottiene dalla lavorazione della spalla di suini pesanti,almeno 225 kg,
viene leggermente salata e insaccata nella vescica naturale del maiale,legata manualmente sopra e sotto la vescica arriva ad avere più o meno la forma di un fiocco di culatello.
A me piace più del culatello, pur essendo molto più rara ma meno pregiata perché è più dolce e morbida del nobile parente, un po' più grassa.
La sua esplosione di sapori,la naturale speziatura, il ricordo della nocciola. 
Ha un profumo pieno ed elegante nel quale si avverte chiaro il tempo di stagionatura la cantina ed il clima, torrido ed afoso nei mesi estivi quanto nebbioso, freddo ed umido nei lunghi inverni.
Tutto ciò per 1000 anni ha creato ,e grazie al presidio e ad alcuni illuminati produttori crea ancora l'alchimia di quel sapore che è detto nella bassa della dolce e speziata decisione.
Anche cominciare a degustarlo non è cosa facile.
Va messo a bagno in acqua tiepida per almeno un'ora.

Quindi va privato del cordame esterno,  della vescica e poi del cordame interno.

A questo punto va spazzolato a lungo sotto l'acqua corrente ghiacciata.
Asciugato perfettamente e avvolto in un torcione leggermente inumidito di un buon vino bianco secco.

Magari una malvasia un po' aromatica non andrebbe male.
Quindi prima di porlo al taglio in una Berkel, che girando lentamente non ne scaldi il grasso, va rifilato bene eliminando la parte esterna.
Acquistare, curare e poi gustare questo fantastico prodotto è ogni volta un'esperienza.

Gustatelo con del semplice pane sciocco, e se volete qualche buon carciofo sottolio, io farò così.
Come detto ci abbino volentieri una malvasia frizzante dei colli di Parma.
In particolare amo quella di LAMORETTI.

Vivace e aromatica ha sentori di biancospino, crosta di pane bianco e nocciola acerba.
Un grande abbinamento del territorio, ma uno champagne appena ossidato di un grande millesimo potrebbe starci benino.

Comunque, se avete tempo e palato, andate nella bassa a cercare la spalla cruda sarà anche per Voi un'esperienza fantastica, andateci ora , d'inverno e con la nebbia.

Divertitevi





giovedì 12 dicembre 2013

La ricetta di oggi

E' un'insalata d'inverno, quindi più gustosa e saporita di quelle estive , ma comunque fresca e leggera.
La componente principale, sono le puntarelle,per i non Romani,cicoria catalogna frastagliata di Gaeta.

Già la parola insalata,non stimola particolarmente l'appetito , anzi più spesso ci fa pensare a regimi alimentari ipocalorici,questa invece è golosa e può come è stato per me diventare un'eccellente piatto unico, se invece ne farete una piccola porzione sarà un'ottimo antipasto.

INSALATA D'INVERNO


Ingredienti per 6 persone


  • 2 caspi di cicoria di catalogna lunga e croccante
  • 24 acciughe del mar cantabrico
  • 2 finocchi
  • 3 patate 
  • semi di zucca, senape , melograno e lino
  • uno spicchio d'aglio
  • olio exvergine  e sale q.b.


Lessate le patate tenendole al dente.
Asciugate le acciughe e conditele con olio exvergine.
Tagliate le puntarelle con l'apposito utensile e tuffatele in acqua e ghiaccio
per farle arricciare e diventare croccanti.
L'utensile:




A coltello è difficile riuscire a tagliare bene le puntarelle , questo utensile artigianale si trova solo , a Campo dei Fiori dove me l'ha scovato mia moglie o in qualche mercato rionale di Roma, ma è veramente eccezionale.
Tagliate sottilissimo il finocchio e unitelo alle puntarelle.


Scaldate in una padella 3 cucchiai d'olio con lo spicchio d'aglio e fateci sciogliere a fuoco basso 4 acciughe, sfumate con un goccio d'aceto.

Componete l'insalata  con le patate calde le puntarelle e il finocchio , condendola oltre che con la salsa d'acciughe ottenuta,anche con i semi.


Io ci berrò una bolla Italiana , il blanc de blanc di Cavalleri, ha un naso freschissimo con toni agrumati e minerali , in bocca è vivace, con spinta citrina che vira in finale sulla crosta di pane,pieno e polposo.

Un'eccellente Franciacorta.

Divertitevi 

Dimenticavo,in settimana si faranno i cappelletti, per il Natale, ne verrà fuori di certo un bel post.



mercoledì 4 dicembre 2013

Storia di Ferro di Fuoco e di Mani sapienti

E' il regalo di un'amico.
Conosce la mia passione per le lame.
E' stato in Grecia, a Creta.


Pugnale Cretese con manico in corno di bufalo



Questo pugnale ha un'incisione sul manico in corno per infilarci il pollice e non perdere la presa, segno evidente del suo antico utilizzo. 


La produzione di coltelli, fa parte da sempre della tradizione popolare Cretese.
La difficile storia dell'isola, da sempre contesa, ha dall'età del ferro,  costretto gli abitanti a combattere per la propria libertà e dunque ad avere armi per difenderla.
Il mestiere di batter ferro, viene da sempre insegnato dai vecchi ai giovani artigiani,e lo stile dei pugnali Cretesi presenta raffinate incisioni sulle lame affilatissime,contenute in fondine di cuoio o argento.
Con il coltello, la sposa nel corso del rito nuziale taglia una melagrana e vi versa del miele per un matrimonio dolce e rosa.
Essendo oramai da tempo già sposato io mi limiterò a tagliare il salame di culatello di Gladis  Soncini di Roccabianca
per mettere un po' di sale nel matrimonio.

Ci berrò un bicchiere di un fantastico Franciacorta , il brut di Vezzoli
brillante e luminoso ,ha un perlage fine e continuo,naso fresco, vivace sapido con bella presenza minerale fragrante e piacevole,perfetto per il salame.
Divertitevi


La ricetta di oggi

Per me non è una ricetta , è un'emozione, mi ricorda mia madre , autrice della ricetta, e molto appassionata  e golosa del piatto. 
La rivedo  intenta nella preparazione   mentre,lamentandosi della qualità di un qualche ingrediente, sorseggia del bianco ghiacciato.
Come spesso è accaduto e ve ne ho già parlato è una ricetta che io ritrovo solo nella mia famiglia, ha qualche assonanza con una simile preparazione Umbra , regione della quale peraltro era originaria mia madre, ma non è uguale, solo lontanamente simile.
 IL BACCALA' DI MIA 
MADRE


Niente di eccezionale intendiamoci, una ricetta semplice ma per me buonissima , come nella canzone di Polo Conte, il pesce veloce del baltico,"pesce veloce del baltico dice il menù,che contorno ha? torta di mais,
e poi servono polenta e baccalà, cucina povera e umile fatta di ingenuità" , dal fantastico album 900.
La componente indispensabile del piatto è un baccalà Norvegese di eccellente qualità,la"pittura" deve essere con le spine e di sezione più alta possibile. 


Ingredienti per 6 persone

  • Una pittura intera di baccalà Norvegese ammollato 3 giorni in acqua corrente fredda
  • Uva sultanina
  • Capperi dissalati
  • Olive nere al forno
  • Un'acciuga sottolio
  • Pinoli
  • Pomodori perini
  • Cipollotto fresco
  • Aglio
  • Prezzemolo
  • Olio exvergine , pepe e peperoncino q.b.,(forse sale)
  • Mezzo bicchiere di un buon vino bianco(lo stesso che berrete poi, o come mia madre che state già bevendo mentre cucinate)


Lavate a lungo in acqua fredda il baccalà.
Asciugatelo bene, quindi toglietegli la pelle e le spine,
l'operazione sarà un po' complicata ma di soddisfazione quando otterrete due bei filetti puliti.

Tritate finemente  il cipollotto e uno spicchio d'aglio
e fatelo leggermente soffriggere in un'ampio tegame di rame stagnato con un piccolo peperoncino e l'acciuga.

Fateci rosolare il baccalà girandolo una volta sola.

Sfumate con un mezzo bicchiere di vino bianco e quindi aggiungete capperi,olive e uva sultanina.
A parte tostate i pinoli
e quindi aggiungeteli insieme ad una ventina di pomodorini tagliati a metà.
Cuocete ancora per 15 minuti , eventualmente aggiungendo un goccio d'acqua se si asciuga troppo.


Servitelo con delle semplici patate bollite , con una spolverizzata di prezzemolo e una generosa macinata di pepe nero.

Io ci berrò  un Vulcaia fumè di Inama,
un grande sauvignon in purezza,con sentori di spezie e erbe di campo, ha note di frutta secca e agrumi con un lunghissimo finale minerale.

Divertitevi











sabato 23 novembre 2013

E' già quasi Natale

Milano,
piove ,tempo bigio , sono le 8 del mattino, poca gente infreddolita per strada.
Ma l'atmosfera è già quasi Natalizia e il primo acquisto non può che essere il dolce per eccellenza nel periodo del Natale.

PANETTONE

Da un decennio, pur non essendo Milanese , non posso mancare l'acquisto di quello che per me ,e per gran parte dei Milanesi, è il vero panettone di Milano, che sia stato il cuoco di Ludovico il Moro ad inventarlo o il garzone di un fornaio Meneghino, oggi il più buono è il panettone di Marchesi.
Non del Maestro ma della pasticceria Marchesi in Corso Magenta.









Nè troppo basso come il Galup Torinese, ma nemmeno troppo alto,con canditi di cedro e arancio di primissima qualità,uva sultanina di zibibbo ed un burro profumatissimo e fragrante è veramente un dolce perfetto,lunghe e sapienti lievitazioni lo rendono morbido e leggero.







Non ho saputo resistere , e il primo è già iniziato per una fantastica prima colazione prenatalizia.

domenica 17 novembre 2013

La ricetta di oggi

E' quello che negli states chiamerebbero comfort food, ricette tradizionali,semplici capaci di scaldare il cuore , oltre che di appagare il gusto.
Quella di oggi è una delle ricette meneghine per eccellenza,pur con le solite variazioni dovute al mio personale gusto e a quello della mia famiglia.
Mia nonna , Milanese di Viale Premuda, lo faceva così, e lo ha insegnato a mia madre che lo ha insegnato a me.


Ossobuco  di  Vitello
in gremolada


Ingredienti per 6 persone


9 ossobuchi di vitello

carota sedano e cipolla
50 gr di burro
vino bianco
brodo di carne
doppio concentrato di pomodoro
50 gr di farina
olio exvergine , sale e pepe q.b.

per la gremolada

Prezzemolo

2 limoni non trattati
3 filetti di acciuga
una becca d'aglio



Tagliate in una brunoise sottile sedano, carota e cipolla.


Tagliate il tessuto connettivo intorno agli ossobuchi per evitare che si arriccino in cottura.
Soffriggete in 50 gr di burro e un goccio d'olio  la carota il sedano e la cipolla a fuoco medio, finche non saranno appassite.

Infarinate gli ossobuchi e rosolateli bene da entrambe le parti insieme alle verdure. 

Girate gli ossobuchi in modo che la parte di osso più piccola sia a contatto con il tegame e non fuoriesca quindi il midollo.
Quando saranno ben coloriti salate e pepate quindi sfumate con un bicchiere di vino bianco.
Lasciate interamente evaporare il vino e aggiungete un bicchiere d'acqua bollente in cui avrete fatto sciogliere il doppio concentrato di pomodoro.
Quindi portate a cottura aggiungendo un po' di brodo quando è necessario.
Tritate finemente gli ingredienti per la gremolada facendo attenzione ad usare solo la parte gialla della scorza di limone.

La cottura dovrà essere di almeno 2 ore, meglio 3 a tegame coperto.

5 minuti prima di servirli unite la gremolata, mescolate bene ed accompagnate il piatto con una  
purea di patate non troppo densa.

Un grande piatto di cucina tradizionale per queste umide giornate autunnali.
Abbinateci un bianco, corposo ed alcolico, uno chardonnay o un verdicchio delle colline Jesine andranno benissimo.Io ci berrò la balciana di Sartarelli,



Un grande bianco espressione del territorio marchigiano, in alcune annate, eccezionalmente attaccata dalla nobile botrytis cinerea,
da risultati eccellenti che rendono questo verdicchio paragonabile ad una grande vendemmia tardiva alsaziana.
Con evidenti sentori di albicocca surmatura e mandorla ha note di fiori bianchi ed un bel finale persistente e minerale.
Divertitevi