mercoledì 7 agosto 2013

LE MIE GUIDE La Côte du Rhône (il Nord)

La Côte du Rhône 

Il nord,da Lione a Valence

E' da qualche giorno che non scrivo nulla.
Il motivo è che ero nella Valle del Rodano.
Ecco quindi quello che là mi è piaciuto di più e quello che ho visto, mangiato e bevuto, soprattutto.
Infatti la Cote du Rhone,è essenzialmente una terra di vino,e direi di vini maschi ,vini non facili , rossi a volte tannici e impenetrabili e bianchi alcolici e duri , così come lo è  il territorio.
Il Terroire come lo chiamano i Francesi è infatti di natura alluvionale, sassoso asciutto


anche a causa delle forti pendenze delle colline,spesso terrazzate.


 Le radici delle viti costrette così , per cercar nutrimento , a spingersi più in profondità danno poi luogo a vini più complessi, più ricchi e spesso minerali.

I vigneti tipici sono  essenzialmente al nord Syrah per i rossi e Viognier per i bianchi,oltre ad altri vitigni autoctoni di minor importanza come ad esempio il Terret Noire  o la Marsanne




e al sud La Grenache per i rossi ed il Muscat per i bianchi, spesso liquorosi come a Baume de Venise .

E' però una terra diversa , più di veri contadini e viticoltori


che di grandi proprietari come ad esempio a Bordeaux o nella Cote d'or in Borgogna,quì non ci sono i grandi Chateau, ma spesso solo case coloniche con annessa cantina accostata alle vigne.
Anche qui come in Borgogna il territorio  è estremamente parcellizzato, e può capitare che una sola collina sia divisa tra decine di proprietari ognuno con meno di un'ettaro.
Essenzialmente sono solo tre i grandi produttori con decine di ettari vitati di proprietà:Chapoutier, Guigal e Paul Jaboulet Aìné.
Il resto sono piccole produzioni, a volte eccezionali , come nel caso del più grande ed inarrivabile Jean-Louis Chave che ho avuto la fortuna di conoscere.


Nella zona nord,esistono vini ricercati in tutto il mondo,molto prestigiosi quali il Cote Rotie, l'Hermitage e il Condrieu,sono vini ricchi,come dicevo, molto densi e che possono  durare a lungo  in cantina,vengono appunto dal nobile vitigno Syrah,si dice originario della Persia,mentre  a Condrieu  si produce una piccola quantità di bianchi deliziosi e molto aromatici.
La regione dell'Hermitage,




da anche dei bianchi eccellenti, e Crozes Hermitage
 insieme alla zona più a nord di Saint Joseph
produce dei vini più leggeri , sia bianchi che rossi ,molto buoni, ma non eccezionali.


Dans la zone septentrionale, des appellations aussi prestigieuses que Cote -Rotie,Hermitage et Cornas donnent des vins riches,très corsés et de longue garde,issus du noble cépage qu'est il la Syrah,on dit de Perse, et on élabore à Condrieu de faibles quantités d'un vin blanc délicieux et très aromatique.
La région de l'Hermitage donne ègalement du blanc,et Crozes-Hermitage et Saint-Joseph produisent tous deux des vins blanc et rouges très bon mais pas exceptionels.  

Gli Hermitage più prestigiosi,a parte come dicevo quelli prodotti,inavvicinabili quanto a prezzo e comunque   introvabili di Jean-Louis Chave,sono i crue L'Ermite di Chapoutier
 e La Chapelle di Paul Jaboulet Aìné
che prende appunto il nome dalla cappella dell'Hermitage posta in cima alla collina che domina tutta la valle del rodano

Ovviamente poi sia in Hermitage,che in Crozes Hermitage , come dicevo esistono tanti altri produttori degni di citazione, tra i quali certo da non dimenticare , Bernard Fleurie-Henri Sorrel-Albert Belle e Ferraton.
I rossi dell'Hermitage  sono longevi, da non toccare per almento 4/5 anni dalla messa in bottiglia e le grandi annate possono iniziare la loro evoluzione solo dopo i 20 anni.
Sono vini tannici, viscosi, di un  colore quasi nero impenetrabile, hanno sentori intensi di ribes nero, pepe,pelo di animale selvaggio e di erbe aromatiche.


L'abbinamento di questi vini è spesso non semplice ma mi vengono in mente il carrè di cervo , la lepre in salmì o l'anatra delle valli del po con pepe ,lardo  e ginepro.
Se potete comperate il 2009 piuttosto che il 2010, sono state due annate buone ma non eccezionali ma il 2009 ha terminato la vendemmia prima dell'arrivo delle piogge.




Come spesso mi accade,così è stato anche quando ho visitato per la prima volta la Cotè-D'Or in Borgogna sono i bianchi che più mi affascinano rispetto ai più rinomati e famosi vini da vitigno  a bacca rossa, ed è così che come in Borgogna mi sono innamorato di Meursault,Puligny Montrachet Batard Montrachet e Cortron-Charlemagne,in Cote du Rhone ho apprezzato certamente gli Hermitage Bianchi,fruttati e complessi, ma soprattutto  il Condrieu,ed in maniera particolare quelli prodotti da Alain Perrin che ho conosciuto grazie ad un'amico, George, che da decenni "nutre "gli appassionati di vino nella sua enoteca di Tain l'Hermitage "La Compagnie de l'Hermitage"
 Anche io qui con lui mentre degustiamo un'eccezionale Condrieu di André Perret Coteau du Chéry mi sono abbeverato alla sua fonte di conoscenze e di cultura.


Il Condrieu è un vino bianco prepotente,con buona acidità ,esotico,con sentori netti di fiori bianchi d'acacia , pesca surmatura  e  albicocca con un finale ricco ed opulento di miele e note minerali di pietra focaia.
Quello di Perret
è stato spesso inserito da Wine Spectator tra i 50 bianchi più buoni al mondo ma io ho forse amato di più quello  di Georges Vernay Coteaux du Vernon  ancora più ricco e opulento con i suoi sentori di nocciola e crosta di pane abbustolita che invitano a gustarlo forse in meditazione e senza abbinamento alcuno..

Altri produttori di eccellenti Condrieu sono certamente, Pierre Dumazet,Yves Cuilleron e Robert Niero senza dimenticare il sempre eccellente,e caro imbizzarrito Jean-Louis Chave.

il Condrieu è un vino da abbinarsi a ricchi piatti di carni bianche come ad esempio il quasi de Veau oppure la Poularde de Bresse a la creme o più semplicemente ad un grande Culatello di Gladis Soncini  a Roccabianca. 



Avendo programmato da tempo questo viaggio alla scoperta della Valle del Rodano, ed essendo Condrieu l'avamposto a nord della Cote du Rhone a soli 30 km da Lione, non ho potuto non andare a trovare ,ancora una volta,a Collonges-Mont.D'Or  quello che nei primi anni 70 ha dato il là ad un movimento che ha cambiato,direi nel mondo,il modo di intendere la cucina e la ristorazione in generale.
Monsieur PAUL.

Oggi è oramai più un monumento , ma vale sempre la pena visitare la sua grande Maison e come potrete vedere dalla comparazione delle due carte,quella del 1989 non si discosta poi tanto da quella del 2013,segno si potrebbe dire di immobilismo ma anche , volendo ,di perfezione nella semplicità e tradizione  sì da rendere difficile qualsiasi  mutamento.Certo una filosofia culinaria bel diversa da quella di Ferran Adrià.

1989


2013



Io ho mangiato la Dodine de Canard e La Volaille de Bresse en Vessie "Mère Fillioux" che ricorderò a lungo.
Il posto è veramente bizzarro , con murales che raffigurano Monsieur Paul o con sua madre o con Ferdinaind Point o con il suo mentore Carème sempre intenti a cucinare o una poularde o un piccione in crosta , in scene pantagrueliche.





Certo di dubbio gusto ma di grande effetto.
Una tappa che nel carnet di qualunque Gourmand non può mancare.

Un'altro ristorante da non perdere in zona è Michel Cabran è a Pont-de-l'Isère.
Qui ho anche pernottato con un'eccellente rapporto qualità prezzo.
L'albergo è su una statale ma ha un bel giardino dove si cena o si fa la prima colazione e l'ambiente pur da grande Maison Francese è familiare e molto piacevole.
e il ristorante offre una carta veramente interessante
con alcuni piatti squisiti come ilPatè de  Fois-gras, i ravioli di lumache, l'agnello con le sue interiora o il piccione arrostito con una cottura rosata perfetta.




E' certamente un posto da visitare nella Cote du Rhone settentrionale.

Del Sud, vi parlerò poi, anche se devo dire che La Grenache,che da luogo al celebrato Chateuneuf du Pape, non è uno dei miei vitigni d'elezione, ma anche là ho avuto un'incontro , "magico" con un piccolo produttore che ha saputo fare con la sua passione cose veramente eccezionali.